Il Rapporto di sostenibilità è oggi la forma più utilizzata di bilancio sociale d’impresa. Fotografa le relazioni tra impresa e società sul piano sociale, ambientale della produzione di valore aggiunto economico. Attraverso il bilancio sociale un’impresa, come anche un ente pubblico o un’organizzazione non profit, rendicontano l’impatto delle proprie attività sulla comunità territoriale e nazionale di riferimento. È uno strumento volontario già adottato in Italia da migliaia di imprese. La direttiva europea n. 95 del 2014 (recepita in Italia nel dicembre 2016) lo ha reso obbligatorio per alcune tipologie di impresa: banche, società di assicurazione, società quotate con più di 500 dipendenti e che presentino ricavi netti pari ad almeno 40 milioni e/o uno stato patrimoniale pari ad almeno 20 milioni.

Si tratta di uno strumento essenziale per tutte le aziende che danno importanza alla sostenibilità sociale e ambientale: ne beneficiano reputazione, produttività e competitività. Attraverso il Rapporto di sostenibilità, fondato su rigorose procedure di «audit» interno, le aziende possono inoltre valutare l’efficienza della propria organizzazione interna e aggiornare, per ottimizzarne gli effetti, le proprie strategie.

Utilizziamo gli indicatori economici, sociali e ambientali proposti dalla GRI (Global Reporting Initiative), organismo indipendente riconosciuto dall’Onu. Le nuove linee guida della GRI (2016) individuano 17 indicatori generali riguardanti il profilo dell’impresa, 13 indicatori economici, 30 indicatori ambientali, 34 indicatori sociali.

Il format proposto da noi prevede due parti distinte:

• una sezione introduttiva che illustra – in forma discorsiva e iconografica – focus e highlights sugli aspetti più strategici per l’impresa e gli stakeholder (azionisti, dipendenti, clienti, fornitori, istituzioni pubbliche, media, associazioni, comunità territoriali…).
• un repertorio statistico con gli indicatori definiti dalla GRI.

Di recente abbiamo allargato la base dei dati su cui costruire il Rapporto di sostenibilità di un’impresa a un set di “indicatori di circolarità”. Questi indicatori sono definiti sulla base dei più aggiornati ed evoluti studi internazionali sul tema dell’economia circolare. “Economia circolare” significa produrre beni e servizi per limitare il più possibile lo spreco, la dispersione di materia e di energia: non solo danno origine a rifiuti e inquinamento ma rappresentano un disvalore anche in termini economici. I rifiuti trasformati in nuova materia prima, l’energia risparmiata e le emissioni inquinanti evitate sono un valore economico per le imprese e la collettività. Il Rapporto di sostenibilità curato da eprcomunicazione consente dunque di misurare il tasso di circolarità di un’impresa, elemento di crescente interesse anche sul piano della comunicazione.