A tre anni dalla morte dell’Ambasciatore Luca Attanasio, il suo ricordo rimane sempre più vivo. Si è svolta, infatti, oggi la commemorazione presso il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale per mantenere accesa l’attenzione sulla figura di Luca Attanasio, il carabiniere scelto Vittorio Iacovacci e l’autista Mustapha Milambo. Un momento importante anche per sottolineare il valore della memoria come forza propulsiva del lavoro dei diplomatici.
La commemorazione è stata aperta con la deposizione di una corona di fiori alla Scalea Luca Attanasio da parte dell’Onorevole Ministro, Antonio Tajani e alla presenza del Gen. D. Francesco Luigi Gargaro, Comandante del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Tra i presenti anche la moglie dell’ambasciatore, Zakia Seddiki, che nel corso dell’evento ha ricordato non solo il ruolo politico e istituzionale di Luca Attanasio, ma anche la sua figura di padre, marito e uomo attento ai diritti umani, civili e sociali.
“E’ stata per me fonte di conforto e di speranza vedere il Ministero degli Esteri – ha dichiarato Zakia Seddiki Attanasio, che ha ringraziato anche Meloni e Mantovani – e la rete diplomatica nel mondo fermarsi lo scorso 22 febbraio per ricordare la loro persona e il loro sacrificio. E lo è sicuramente questo momento di commemorazione odierna, a tre anni dalla loro tragica scomparsa. Quel giorno ho perso mio marito, il padre di tre bellissime bambine. L’Italia ha perso due figli, due servitori dello Stato. Con Luca abbiamo perso anche Vittorio Iacovacci che, come dice il generale D. Francesco Luigi Gargaro, “è un esempio di fedeltà, coerenza, determinazione e coraggio ed è portatore di valori straordinari”.
Il giovane ambasciatore Luca Attanasio era una persona dal cuore grande e dal grande impegno, che ha rappresentato il Paese in tutto ciò che faceva. Un uomo che è stato e continua ad essere un esempio, non solo per le sue figlie, ma anche per tutta l’Italia. Per questo il suo impegno, la sua eredità sociale, continua tutt’oggi, come ha ricordato la moglie Zakia Seddiki, attraverso i progetti che la Fondazione Mama Sofia gestisce e a cui dà vita, come catalizzatore di iniziative in Congo e in altri Paesi africani.
“Luca diceva sempre: “ho una grande responsabilità, grande come il mio Paese. Non è una missione facile, ma è importante per tanti nostri concittadini e per la nostra bandiera”. Per questo è bello ricordare il suo impegno, non solo come padre, marito, fratello e ambasciatore, ma come uomo che ha sempre voluto tendere la mano verso il prossimo. Credo che tenere viva la memoria di Luca abbia un valore che va al di là della sua persona. Tenerne viva la memoria serve anche dare un riconoscimento a come Luca ha interpretato il proprio lavoro e ha rappresentato l’Italia all’estero. Il mio impegno è di “dare corpo alle parole”, in casa con le mie bimbe e fuori casa con la Fondazione Mama Sofia”, conclude Zakia Seddiki.
Tra i progetti portati avanti della Fondazione Mama Sofia, oltre a quello lanciato un anno fa delle “Borse di studio Ambasciatore Luca Attanasio” per corsi di laurea triennale o magistrale messe a disposizione dall’Università eCampus, c’è anche quello presentato oggi: “Mama Sofia accorcia le distanze nella cura”. L’iniziativa pilota è stata avviata in Marocco e è stata realizzata in collaborazione con Dedalus e Ospedale Gaslini.
“Questo progetto ha bisogno di un approccio che rivela cooperazione, proprio come era il nostro ambasciatore Luca Attanasio. Lui voleva rappresentare un modello di ideale vissuto. La parola pace come nostro unico obiettivo e si costruisce in casa per poterla diffondere in tutto il mondo. Per questa iniziativa il corpo sanitario dell’Istituto Gaslini sarà a disposizione per le necessità che verranno focalizzate negli obiettivi del progetto ”, ha dichiarato il direttore sanitario dell’Istituto Gaslini Raffaele Spiazzi.
“I valori di pace e cooperazione di Luca Attanasio e di Zakia sono la base di questa attività, che ha l’obiettivo di ridurre le distanze alle cure a chi è fragile. In particolare il progetto in Marocco avrà tre scopi: permettere a chi vive lontano in zone rurali e desertiche di aver un accesso più agevolato; per il personale sanitario dare la possibilità di avere un collegamento di telemedicina con centri di eccellenza medica italiana per casi di alta complessità clinica e infine quello di utilizzare tutti gli strumenti digitali per la formazione per prevenire le malattie”, ha spiegato il presidente di Dedalus Andrea Fiumicelli.
Progetto “Mama Sofia accorcia le distanze nella cura”
Il progetto avviato in Marocco vede la collaborazione tra istituti di ricerca ed aziende italiane leader nel settore tecnologico (Dedalus e Vexavit) e alcuni ospedali italiani d’eccellenza (per la pediatria l’Istituto Gaslini di Genova e per gli adulti altri istituti spedalieri in attesa di conferma). Le aziende italiane mettono a disposizione soluzioni avanzate, tra cui cartelle elettroniche, sistemi PACS per la gestione delle immagini diagnostiche, i dispositivi indossabili multi-parametrici e non invasivi (certificati) per il monitoraggio dei parametri vitali, oltre ad un portale dedicato per la raccolta dei dati, l’interazione con i pazienti e la formazione del personale sanitario marocchino. In particolare, la consolidata presenza in Marocco di Dedalus diventa un elemento chiave, poiché gli ospedali di riferimento utilizzano già i suoi sistemi di gestione.
Il progetto verrà inserito nel sistema sanitario marocchino grazie anche alla forte presenza sul territorio di personale già formato di Dedalus permetterà di accelerare l’implementazione del progetto. Questo partenariato permetterà l’implementazione di un sistema di monitoraggio dei parametri della popolazione, sempre più capillare, direttamente sul territorio, offrendo un approccio moderno e tecnologicamente avanzato alla gestione dei dati sanitari.
Questa iniziativa della Fondazione Mama Sofia in partnership con Dedalus e l’Istituto Gaslini permetterà di far raggiungere una maggiore autonomia al personale sanitario del Marocco e la prevenzione delle malattie sarà potenziata attraverso il monitoraggio regolare dei parametri, consentendo diagnosi tempestive e interventi preventivi.