Nel corso degli ultimi anni è cresciuta sempre più la spinta del Parlamento europeo affinché l’Unione adottasse una legislazione più ambiziosa in materia di clima e biodiversità, arrivando anche a dichiarare l’emergenza climatica lo scorso 28 novembre 2019. Poi, nel giugno 2021, si è arrivati all’adozione della Legge europea sul clima, che trasforma l’impegno politico del Green Deal per la neutralità climatica entro il 2050 in un obbligo vincolante per l’UE e gli Stati membri. A seguire, l’Ue ha messo nel mirino l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra entro il 2030 dal 40% ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.
Mentre sono in corso le negoziazioni con gli Stati membri circa il “pacchetto Fit for 55 in 2030”, lo scorso lunedì 3 ottobre la Commissione per l’Ambiente, la salute pubblica e la sicurezza alimentare (ENVI) si è riunita per esprimere il suo voto in merito alla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici 2022, che si terrà in Egitto dal 6 al 18 novembre 2022, adottando una risoluzione che delinea le sue richieste nel dettaglio. In particolare, la risoluzione è stata adottata con 66 voti a favore, 10 contrari e 3 astensioni.
Gli eurodeputati ritengono che le crisi del clima e della biodiversità siano tra le sfide più importanti per l’umanità. Sono preoccupati per i risultati del rapporto dell’UNEP sul divario delle emissioni nel 2021, secondo cui anche se gli obiettivi climatici nazionali più ambiziosi per il 2030, annunciati alla COP26 di Glasgow, saranno attuati, il mondo si avvierà comunque verso un aumento della temperatura di 2,7°C. Questo dato è di gran lunga superiore agli obiettivi dell’Accordo di Parigi, i quali prevedono di limitare il riscaldamento globale a ben meno di 2°C, cioè a 1,5°C.
Secondo il Comitato, la guerra della Russia contro l’Ucraina rende ancora più urgente la trasformazione del sistema energetico globale. I deputati hanno espresso tutta la loro preoccupazione per il fatto che molti piani climatici nazionali continuino a rimandare i cambiamenti essenziali a dopo il 2030.
È necessario agire con urgenza in questo decennio, è l’opinione dei deputati, i quali sottolineano che molti impegni a lungo termine per le emissioni nette zero sono preoccupantemente ambigui e poco trasparenti.
Il G20 e l’UE devono aumentare gli obiettivi climatici per il 2030
Sebbene si aspettino che il pacchetto dell’Unione europea “Fit for 55 in 2030” raggiunga l’obiettivo dell’Ue per il 2030, i deputati hanno chiesto all’Unione e a tutti i Paesi del G20 di dare prova di leadership e di impegnarsi per obiettivi più ambiziosi circa la riduzione dei gas serra prima della COP27. Gli Stati dovrebbero inoltre aggiornare di conseguenza i loro Contributi Nazionali Determinati (NDC), al fine di colmare il divario e limitare il riscaldamento globale a 1,5°C.
Finanziamenti per il clima ai Paesi in via di sviluppo
La risoluzione sottolinea l’importanza dei finanziamenti per il clima per il successo delle azioni climatiche e ricorda che l’Ue è il maggior contribuente.
I deputati hanno esortato tutti i Paesi sviluppati, compresa l’Ue, a garantire il raggiungimento dell’obiettivo di 100 miliardi di dollari annui di finanziamenti per il clima e l’erogazione di fondi già nel 2022 e in media nel periodo 2020-2025.
In aggiunta, gli eurodeputati hanno ricordato la posizione del Parlamento sul meccanismo di aggiustamento delle frontiere del carbonio (CBAM), per assicurarsi che l’Unione fornisca un sostegno finanziario, almeno equivalente in termini di valore finanziario alle entrate generate dalla vendita dei certificati CBAM, per sostenere gli sforzi dei Paesi meno sviluppati per la de-carbonizzazione.
Infine, i deputati hanno accolto con favore la creazione del Dialogo di Glasgow sulle perdite e i danni, che dovrebbe concentrarsi sul finanziamento dei Paesi in via di sviluppo, dando chiaramente la priorità alle sovvenzioni rispetto ai prestiti, per evitare, minimizzare e affrontare le perdite e i danni associati agli impatti negativi dei cambiamenti climatici.
Prossimi passi
La risoluzione sarà votata dall’Assemblea plenaria durante la sessione del 17-20 ottobre, mentre una delegazione del Parlamento parteciperà alla COP27 dal 13 al 18 novembre.
Fonte: Parlamento europeo, Eprcomunicazione