Per la prima volta l’intera Avvocatura italiana – penalisti e civilisti – assume una posizione unitaria sulla riforma costituzionale della giustizia. Oggi è stato istituito un Coordinamento dall’organismo politico dell’Avvocatura (OCF) con le Associazioni forensi maggiormente rappresentative, aperto all’adesione di tutte le associazioni forensi, per sostenere il Sì al referendum sulla separazione delle carriere.
Oggi con una conferenza stampa tenutasi a Roma presso la sede di OCF il Coordinatore dell’OCF Fedele Moretti, il presidente dell’Unione Nazionale delle Camere Civili prof. avv. Alberto Del Noce, il Presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane avv. Francesco Petrelli, il presidente di AIGA avv. Luigi Bartolomeo Terzo, la Presidente di ANAI avv. Isabella Stoppani, il Presidente di Movimento Forense avv. Elisa Demma hanno espresso l’impegno corale a favore dell’approvazione di una riforma liberale a tutela del cittadino. La prima associazione forense ha già aderito oggi e si tratta dell’Uif della Presidente avv. Elisabetta Rampelli.
Il Coordinatore di OCF Fedele Moretti ha sintetizzato così il senso dell’impegno dell’Avvocatura italiana:
“Siamo impegnati per il Sì perché questa riforma rafforza la terzietà del giudice, valorizza il merito e migliora le garanzie dei cittadini. L’indipendenza del pubblico ministero è garantita dall’art. 104 della Costituzione e lo stesso continuerà ad applicare come oggi le leggi senza pericolo che si trasformi in un super poliziotto. Non è una battaglia dal colore politico, né di destra né di sinistra, o contro la magistratura: è una scelta per la qualità della giustizia e per la tutela dei diritti”.
Per Carlo Morace, membro dell’Udc dell’OCF: “La riforma attribuisce all’avvocato l’importanza che l’inattuato art. 111 della Costituzione gli assegna, contrasta l’ideologia che è alla base della riforma Cartabia che marginalizza l’avvocatura. Si migliora la qualità delle decisioni garantendo che il giudice sia separato dall’influenza del pubblico ministero, non è accettabile che il pm decida sulla carriera del giudice e che la terzietà sia lasciata alla virtù del singolo magistrato. L’unità delle carriere fu introdotta dal regime fascista e solo la separazione realizza un sistema liberale comune agli altri Paesi Europei. Lo strumento del sorteggio poi elimina le degenerazioni correntizie e garantisce la selezione dei magistrati solo in base al merito e ciò sia nel civile sia nel penale, senza che vi siano condizionamenti in base all’appartenenza correntizia». L’avv. Giovanni Tarquini responsabile del gruppo separazione ha sottolineato “l’importanza del coordinamento tra Ocf e associazioni al fine di fare comprendere al cittadino le ragioni giuridiche del sì alla separazione”.


