Il nuovo reato di “omicidio stradale” per la guida in condizioni alterate è all’attenzione del Parlamento e dell’opinione pubblica. Ma i guidatori italiani sanno come valutare i pericoli di stanchezza e uso di sostanze? I rischi sono ben noti ma le scelte non sempre coerenti. Lo rivela il “barometro della guida responsabile”, una vasta indagine realizzata dalla Fondazione francese VINCI Autoroutes per una guida responsabile sul comportamento dei conducenti in dieci paesi dell’Unione Europea. Pur considerando che l’alcol è la causa principale di incidenti mortali sulle strade, il 12% degli italiani (in linea con la media europea) si mettono alla guida anche se superano il limite consentito, se non sentono gli effetti dell’alcol.
D’altronde, fissano il loro limite personale di consumo di alcolici prima di mettersi alla guida a 2,2 bicchieri in media (contro 2,1 in media a livello europeo), un livello superiore a quello definito dalle normative nazionali. L’uso del cellulare al volante è invece particolarmente preoccupante in Italia, anche se non aumenta: il 65% (-1 punto) dei conducenti affermano di telefonare con il viva voce mentre guidano, a fronte del 51% in Europa, e il 44% (stabile) senza usare il viva voce, a fronte del 35% degli europei. Anche l’invio e la lettura di SMS e di mail al volante è un comportamento più diffuso in Italia che negli altri paesi europei (34% a fronte del 26% in Europa).
Questa abitudine è paradossalmente considerata dagli italiani al terzo posto fra i comportamenti più pericolosi al volante, dopo la guida sotto l’effetto di alcol o stupefacenti. Per quanto riguarda infine la sonnolenza al volante, il 27% degli italiani ritengono che si possa guidare anche se si è stanchi