Il riutilizzo delle Terre e rocce da scavo (TRS) assume sempre più rilevanza nell’ambito di una crescita dell’economia circolare. Secondo il Rapporto redatto a fine giugno dall’Associazione Infrastrutture Sostenibili (AIS) sul Valore della Sostenibilità, il riciclo dei principali materiali da costruzione potrebbero generare un valore economico di 60 miliardi di dollari entro il 2030 e arrivare a 241 miliardi di dollari entro il 2050. L’adozione di materiali riciclati, consentirebbe anche una riduzione delle emissioni di CO₂, migliorando la competitività delle imprese e favorendo la crescita sostenibile del settore.
Va in questa direzione la pubblicazione, del Position Paper n.10 di AIS, nel quale si affronta un tema cruciale per il futuro delle infrastrutture italiane: il recupero, la gestione e la valorizzazione delle terre e rocce da scavo.Tradizionalmente considerate scarti, le TRS sono oggi viste come una risorsa strategica nell’ambito dell’economia circolare, una vera e propria leva per la sostenibilità ambientale, sia in ambito riutilizzo industriale, sia come ripristino paesaggistico del territorio. Il Paper raccoglie esperienze, pratiche virtuose, analisi normative e proposte concrete per ridurre sprechi, abbattere i costi e diminuire gli impatti ambientali.
La partecipazione alla stesura del documento è stata numerosa: ciascun membro ha contribuito mediante la partecipazione a uno dei quattro sottogruppi: “Scenari”, “Reperimento e gestione”, “Riutilizzo”, “Sostenibilità”, condividendo la propria esperienza tecnica.
Una delle principali proposte del Position Paper riguarda l’uso della digitalizzazione per migliorare la gestione delle TRS. L’adozione di tecnologie avanzate consente una maggiore trasparenza e tracciabilità dei materiali, facilita l’incrocio tra domanda e offerta di materiali da scavo, e ottimizza la pianificazione dei flussi. Questo approccio digitale rappresenta un passo avanti significativo rispetto alle pratiche tradizionali, rendendo l’intero processo più efficiente e sostenibile.
Inoltre, il Position Paper dedica attenzione a casi complessi, come le gallerie di grande diametro, dove la gestione di grandi volumi di terre scavate richiede soluzioni specifiche, e la presenza di amianto naturale, che impone regole rigorose di caratterizzazione e possibilità di riutilizzo sotto il controllo delle autorità competenti. Questi approcci specialistici rispondono a sfide concrete che, se non gestite correttamente, potrebbero rallentare l’avanzamento dei lavori.
«Il recupero delle terre e rocce da scavo rappresenta una delle sfide più rilevanti per la sostenibilità delle infrastrutture» – dichiara Lorenzo Orsenigo, presidente AIS – «Con questo Position Paper vogliamo offrire criteri chiari e condivisi per valorizzare le TRS, trasformando un problema in un’opportunità. La sostenibilità richiede innovazione, trasparenza e collaborazione: elementi che AIS promuove con forza all’interno della filiera».
Alla luce della recente evoluzione del quadro normativo, con il nuovo regolamento nazionale destinato a sostituire il DPR 120/2017, AIS sottolinea l’importanza di un quadro normativo stabile e aggiornato che supporti le imprese e le stazioni appaltanti nel gestire in modo sostenibile le TRS.
In definitiva il documento si pone come riferimento da un lato per una maggiore applicazione nel territorio e dall’altro per favorirne l’utilizzo coadiuvato da sistemi e principi innovativi.
Alla redazione del Position Paper n.10 hanno contribuito gli esperti e i tecnici dei principali player nazionali, quali FS, Italferr, ADR, ASPI, Snam e Tecne.
Il documento di AIS sarà presentato e sarà oggetto di confronto con i rappresentanti delle maggiori stazioni appaltanti, in gran parte soci di AIS, a RemTech Expo, in occasione della sessione “Terre e rocce da scavo: il nuovo quadro normativo di riferimento”, che si terrà mercoledì 17 settembre dalle 14.30 alle 18.30.
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Eleonora Lavoratore


