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1° maggio, AIS: “Ancora troppi morti sul lavoro. Tecnologia, formazione e governance condivisa per fermare la strage”

30 Aprile 2025
AIS

Anche quest’anno, le celebrazioni del Primo Maggio si svolgono sullo sfondo di una realtà drammatica: nei cantieri e nei luoghi di lavoro italiani si continua a morire. E a morire in silenzio. I dati INAIL relativi al primo bimestre del 2025 parlano da soli: 138 lavoratori deceduti, un aumento del 16% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente; le denunce di malattia professionale segnano un balzo del +5,8%. Ma è guardando al quadro più ampio che la gravità emerge: sono ben 4.442 le persone che, tra il 2021 e il 2024, hanno perso la vita sul lavoro in Italia. Una cifra impressionante, che disegna una vera e propria strage. Il settore delle Costruzioni si conferma il più colpito, con 564 vittime in soli quattro anni. E non basta: nel solo comparto edile si contano oltre 40.000 infortuni ogni anno, a dimostrazione di una condizione strutturale di rischio che non può più essere accettata come normale.

Questi numeri non sono statistiche. Sono nomi, volti, famiglie spezzate. E sono la prova di un sistema che fallisce ogni giorno nel proteggere chi lavora. AIS – Associazione Infrastrutture Sostenibili lancia un appello netto e non negoziabile: basta trattare la sicurezza come una voce accessoria di bilancio o un adempimento formale. Serve una rivoluzione culturale e operativa che parta dalla progettazione e arrivi alla gestione, attraversando ogni snodo del ciclo produttivo.

Con il Position Paper 2025 n.9 “Sicurezza sul lavoro: dal cantiere edile un modello virtuoso di partecipazione, soluzioni digitali e sostenibilità”, AIS propone un modello alternativo, radicalmente più avanzato, fondato su innovazione tecnologica, formazione continua, governance condivisa e sostenibilità. Un modello che non nasce dalla teoria ma dalla pratica concreta di grandi committenti e imprese che hanno dimostrato che cambiare è possibile.

“La strage nei cantieri non è inevitabile. È il frutto di scelte sbagliate, di inerzia, di mancanza di visione.” – afferma Lorenzo Orsenigo, Presidente AIS – “Ogni morte sul lavoro è un fallimento collettivo, uno scandalo civile che dobbiamo affrontare con coraggio e strumenti all’altezza. La tecnologia c’è, le competenze ci sono, la cultura va costruita. E servono regole chiare, controlli efficaci, responsabilità diffuse.”

Ma la strategia di AIS non è solo un manifesto: è un metodo. Un cambio di passo concreto. Si chiama “Sicurezza in cantiere: scacco matto in 4 mosse” ed è la proposta operativa contenuta nel Position Paper. Quattro fasi chiave, per colpire al cuore le criticità di ogni cantiere:

  1. Pianificazione e avvio del cantiere, con l’uso di strumenti come le HOCards, i sistemi di video analytics (VAWS) e il programma Amplia la tua Vita, per impostare sin da subito un ecosistema di sicurezza.
  2. Inizio lavorazioni, dove il monitoraggio attivo e le segnalazioni strutturate permettono di prevenire anziché rincorrere l’incidente.
  3. Fasi intermedie di costruzione, con il rafforzamento della collaborazione tra le maestranze, i momenti di ascolto strutturati e le pratiche di rilevazione partecipata del rischio.
  4. Finiture e smobilitazione, quando consolidare le buone prassi e capitalizzare le lezioni apprese diventa essenziale per chiudere il cantiere lasciando cultura e competenze, non solo strutture.

Il modello AIS, basato sull’integrazione delle Buone Pratiche raccolte da realtà come TELT, GAe Engineering, ENI, Société du Grand Paris, SAIPEM, AMPLIA, Odense University Hospital che hanno investito in sicurezza integrata, ottenendo risultati tangibili in termini di riduzione degli incidenti, miglioramento della qualità produttiva e benessere dei lavoratori. In questi contesti, la sicurezza non è un intralcio, ma un acceleratore di valore.

Per AIS, il cantiere non è un semplice luogo di produzione. È un ecosistema complesso, dove convivono lavoro, diritti, innovazione e relazioni umane. È qui che bisogna intervenire con forza per contrastare il dumping contrattuale, la catena opaca dei subappalti, la precarizzazione del lavoro. La sicurezza va progettata, costruita, praticata, controllata. 

—

Eleonora Lavoratore

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